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I Bemolli sono Blu

Nascita del festival

Il Festival nasce da una scommessa fatta in nome e a servizio della Musica, ovvero dall'idea che per comprendere un autore importante bisogna approfondire non solo le sue opere minori, ma anche gli autori a lui contemporanei. Idea in sé semplice, ma oggi difficilmente realizzabile, considerato lo stato del mercato della musica, soprattutto in Italia, che spesso esclude gli autori “minori” e le opere meno conosciute dei musicisti maggiori. 

Il Festival “I bemolli sono blu”, che nasce nel 2016 a Viterbo, vuole accogliere questa sfida. 

Il primo anno abbiamo proposto l’esecuzione integrale dell’opera per pianoforte solo di Claude Debussy, anticipando di un anno l’anniversario della morte del grande musicista francese, inserendo nel programma anche autori francesi come Fauré, Massenet, Hahn, Chausson, Dukas, Satie, De Sèverac e Abel Decaux, sconosciuto e inquietante musicista detto lo Schönberg francese.

Il secondo anno abbiamo esplorato Beethoven e il suo tempo, eseguendo anche Hummel, Clementi e Moscheles fino a compositori pressoché sconosciuti, come Ferdinand Ries, Carl Czerny,  Friedrich Kuhlau, Cherubini, che Beethoven stimava più di tutti tra i suoi contemporanei.

Complici pianisti miei amici e giovani volenterosi, che hanno accettato il mio invito e studiato pezzi che probabilmente non avrebbero mai più ripetuto in concerto, abbiamo coinvolto molte persone di Viterbo raddoppiando il numero di frequentatori del Festival tra il primo e il secondo anno.

Un grazie particolare alle strutture pubbliche e private di Viterbo che hanno creduto in noi e senza le quali il Festival non sarebbe stato possibile.

Il nome del Festival

l titolo del nostro Festival "I Bemolli sono blu" (trad. di “Les bemols sont bleus”) è una frase tratta da una lettera del 1895 di Debussy al suo amico Pierre Louis.

E' proprio a Debussy che abbiamo dedicato la prima edizione del Festival e, dopo il primo anno, abbiamo deciso di mantenerlo come tributo a questo grande autore.

Questa frase è legata e contrapposta con l’altro titolo di Debussy “In bianco e nero” (En blanc et noir) che dà il nome ad una celebre suite per due pianoforti scritta dallo stesso autore nell’estate del 1915, in un clima di guerra e di tristezza e in cui la vita musicale francese era ridotta al minimo..

In un momento così particolare, Debussy ritrova uno slancio e un nuovo fervore che lo stesso compositore descrive in una lettera all’amico Bernardino Molinari, grande direttore d’orchestra: “Pensi, caro amico, che sono rimasto per un anno senza poter fare musica... alla fine mi è quasi toccato reimparare. Era come una riscoperta e la musica mi è parsa ancora più bella! Dipende forse dall'esserne rimasto privo così a lungo? Non saprei. Che bellezza c'è nella musica tutta sola, voglio dire quella che non ha un partito preso e che nasce da una ricerca intrapresa per stupire i dilettanti…” E così il titolo del nostro Festival è rimasto “I Bemolli sono blu”... per una rassicurante conferma degli intenti insiti della manifestazione che vuole essere un rito di freschezza culturale, fantasia artistica e cordiale ospitalità dell’intera città di Viterbo.  

Il luoghi del Festival

Così come molta musica è da riscoprire, anche la città di Viterbo può rivelarsi una scoperta affascinante.

“I Bemolli sono blu” integra la musica con gli spazi in cui è suonata, con l'obiettivo di far scoprire o riscoprire Viterbo e le sue frazioni come città d'arte. 

Le Chiese di San Silvestro, o del Gesù, del Gonfalone, della Verità a Viterbo, Palazzo Gallo a Bagnaia, la Chiesa Abbaziale a San Martino al Cimino sono le cornici ove i concerti hanno luogo acquistando una suggestione e un fascino straordinari.  

Edizioni precedenti

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