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San Valentino in Musica: Armonie Boeme a Palazzo Chigi

ven 14 feb

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Viterbo

In un giorno dedicato all’amore, è la musica a parlare per noi, sussurrando ciò che spesso rimane inesprimibile: emozioni profonde, ricordi sfumati, o semplicemente quel calore che risuona nell’animo.

Orario & Sede

14 feb 2025, 17:00 – 18:30

Viterbo, Via Chigi, 17, 01100 Viterbo VT, Italia

Info sull'evento


PROGRAMMA


Claude Debussy (1862 - 1918)

Quartetto per archi in sol minore, op. 10, L 91

  1. Animé et très décidé (sol maggiore)

  2. Assez vif et bien rythmé (fa diesis maggiore)

  3. Andantino, doucement expressif (sol maggiore)

  4. Très modéré - Très mouvementé et avec passion


La tradizione del quartetto d’archi in Francia ha avuto una storia breve e discontinua, con pochi contributi significativi prima della fine dell’Ottocento. Il vero punto di svolta arrivò nel 1889, con il successo del Quatuor di César Franck, seguito dai lavori di Fauré, d’Indy, Debussy e Ravel.

Debussy compose il suo unico Quartetto per archi tra il 1892 e il 1893, in un periodo dominato da influenze simboliste, accanto a capolavori come il Prélude à l'après-midi d'un faune e i Nocturnes. Presentato per la prima volta dal Quartetto Ysaÿe il 29 dicembre 1893 a Parigi, l'opera inizialmente suscitò perplessità, ma presto divenne una pietra miliare della musica da camera francese.

L’influenza di Franck è evidente soprattutto nella forma ciclica, in cui un unico tema, continuamente trasformato, attraversa l’intera struttura dell’opera. Ma accanto a questa concezione accademica, Debussy introduce un linguaggio nuovo e visionario, ricco di colori armonici mutevoli e ritmi flessibili, che anticipano l’impressionismo musicale.

  1. Animé et très décidé – Il primo movimento si apre con un tema incisivo, esposto da tutti gli strumenti con energia e costruito sul modo frigio, conferendogli un’aura arcaica e sospesa. A questo si alternano due idee più liriche, creando un contrasto tra tensione e fluidità, mentre la struttura classica viene sovvertita da una ripresa variata e non convenzionale.

  2. Assez vif et bien rythmé – Lo Scherzo è uno dei movimenti più celebri, caratterizzato dall’uso di pizzicati virtuosistici e da un ritmo ostinato che ricorda le orchestrine zigane e il gamelan giavanese, che tanto impressionò Debussy all’Esposizione Universale di Parigi nel 1889.

  3. Andantino, doucement expressif – Il movimento lento evoca un’atmosfera eterea, quasi una berceuse sospesa nel tempo. La sonorità rarefatta degli strumenti con sordina crea un mondo sonoro impalpabile, interrotto da un episodio centrale più agitato e drammatico.

  4. Très modéré – Très mouvementé et avec passion – L’ultimo movimento inizia con arabeschi melodici misteriosi, che lentamente si trasformano in un tema principale cromatico e inquieto. Il carattere appassionato e l’energia crescente portano a una conclusione vibrante e impetuosa, con il ritorno trionfale del tema iniziale in un intreccio contrappuntistico che chiude l’opera con grande intensità.

Il Quartetto op. 10 rappresenta un punto di svolta nella musica da camera: unisce la forma ciclica di Franck, le suggestioni del folclore esotico, il colore orchestrale e un’espressività nuova, che rompe definitivamente con la tradizione classica. Se inizialmente l’opera fu accolta con diffidenza, oggi è riconosciuta come una delle pagine più innovative e affascinanti del repertorio quartettistico, capace di evocare un mondo sonoro fatto di ombre, sogni e visioni in continua metamorfosi.

Buon ascolto! 🎶✨





Antonin Dvoràk (1841 - 1904)

Quintetto per pianoforte n. 2 in la maggiore, op. 81

1. Allegro, ma non tanto

2. Dumka - Andante con moto

3. Scherzo-Furiant: Molto vivace

4. Allegro


Composto tra il 18 agosto e il 3 ottobre del 1887, questo quintetto è tra le opere più celebri di Dvořák, capace di fondere in modo magistrale la solidità della forma classica, il lirismo romantico e l’energia del folclore boemo. Rispetto al suo primo Quintetto op. 5, ancora influenzato dal classicismo mozartiano, l’op. 81 guarda in avanti, integrando l’eredità di Brahms con una visione del folclore profondamente personale.


Dvořák non si limita a citare melodie popolari, ma segue la lezione di Smetana, reinventando con la fantasia temi che sembrano popolari ma sono frutto della sua immaginazione. Il suo intento non è quello di trascrivere la musica del popolo, ma di creare un folclore ideale, quasi panslavo, in cui l’elemento nazionale si fonde con la tradizione classica.


1.  Allegro ma non tanto -  Il primo movimento presenta una forte solidità architettonica, con un’esposizione tematica ben definita, dalla cantabilità del violoncello all’affermazione del pianoforte. Dvořák gioca tra lirismo e impeto, alternando momenti di contemplazione e improvvisi slanci vitali.


2.  Andante con moto - Il secondo movimento, è una Dumka, una forma tipica slava caratterizzata dall’alternanza tra momenti malinconici e improvvise impennate di vitalità. Qui la narrazione musicale passa da una dolcezza meditativa a un Vivace pieno di energia e passione.


3. Scherzo (Molto vivace) - Il terzo movimento è un Furiant, una danza popolare ceca dal carattere impetuoso e brillante. I suoi ritmi sincopati e la tensione dinamica sono bilanciati dal Trio (Poco tranquillo), che introduce un momento di sospensione lirica prima della ripresa della danza.


4. Allegro - Il quarto movimento è un esempio perfetto della gioiosa esuberanza di Dvořák. Qui l’elemento popolare si fonde con una struttura di grande solidità, creando un movimento finale di straordinaria vitalità e leggerezza, che conclude il quintetto con una fusione perfetta di energia e brillantezza melodica.


Il Quintetto op. 81 rappresenta il vertice dell’integrazione tra struttura classica e spirito popolare, dimostrando come Dvořák sapesse unire la grande forma compositiva con una naturalezza melodica unica. Il risultato è una musica di straordinaria immediatezza espressiva, allo stesso tempo raffinata e spontanea, che trasporta l’ascoltatore in un universo sonoro vibrante e senza tempo.

Buon ascolto! 🎶


Gli interpreti: il Quartetto Prazak e Sandro De Palma

A dar voce alle emozioni e alle suggestioni di questo programma saranno il Quartetto Prazak e il pianista Sandro De Palma, artisti di grande raffinatezza ed esperienza.


Il Quartetto Prazak

Fondato nel 1972 a Praga, il Quartetto Prazak è uno degli ensemble cameristici più celebri e longevi sulla scena internazionale. Con una carriera che attraversa più di cinque decenni, il quartetto ha saputo affermarsi grazie a un suono inconfondibile, caratterizzato da una fusione perfetta di precisione tecnica, profondità interpretativa e calore espressivo.

La loro profonda affinità con il repertorio europeo, e in particolare con le opere di autori cechi come Dvořák, Smetana e Janáček, li rende gli interpreti ideali per questa serata. La loro capacità di restituire ogni sfumatura emotiva e ogni dettaglio del tessuto musicale è il risultato di un lavoro instancabile e di un’intesa rara tra i membri del gruppo.


Sandro De Palma

Pianista di grande sensibilità ed eleganza, Sandro De Palma è un artista capace di unire virtuosismo e introspezione, portando nelle sue interpretazioni una profondità che va ben oltre la mera tecnica. Acclamato a livello internazionale, De Palma ha suonato in alcune delle sale da concerto più prestigiose del mondo, collaborando con importanti direttori d’orchestra e musicisti.

Con una vasta esperienza nel repertorio romantico e cameristico, Sandro De Palma è un interprete che sa instaurare un dialogo autentico e profondo con gli strumenti ad arco, dando nuova luce e intensità alle opere di Dvořák e Debussy.







Programma


  • 1 ora

    Racconti sonori a Palazzo Chigi 2025

    Sala AMC

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